Microplastiche: come fermare un nemico invisibile

Tra le minacce ambientali più importanti, non c’è alcun dubbio che le microplastiche siano uno degli argomenti più citati.

Molti dibattiti si sono aperti a livello globale intorno all’argomento negli ultimi anni, segno anche che la popolazione mondiale sia sempre più sensibile all’argomento e molto spesso cerchi di essere anche proattiva nei comportamenti da adottare. Pensiamo, ad esempio, a quanto negli ultimi anni siano cambiate le nostre abitudini quando andiamo al supermercato o ci rechiamo a fare la spesa, dai sacchetti personali ai dosatori di pasta, cereali e detersivi.

Come abbiamo già avuto modo di descrivere sul Blog Laica, le microplastiche sono frammenti piccolissimi, tendenzialmente invisibili. Secondo l’ARPA, si definiscono microplastiche tutti i frammenti di questo materiale di dimensioni comprese tra 5mm e 330 µm.

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Diversi enti per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, attraverso numerose ricerche, hanno ritrovato questi micro-corpuscoli di plastica in moltissime realtà ambientali. Per dare un’idea di quanto questo problema sia diffuso a livello globale, tracce di microplastiche sono state ritrovate da alcuni studi anche nel comune sale da cucina, tra i ghiacci del Parco Nazionale dello Stelvio e anche lungo le spiagge del litorale toscano.
Più volte abbiamo scritto di quanto sia facile entrare in contatto con rifiuti di questo genere, fino ad arrivare al rischio di ingerimento di frammenti di plastica. Al momento non ci sono ancora studi completi che testimonino le conseguenze delle microplastiche ingerite sul sistema organico umano.

Prima di bloccare, sarebbe opportuno ridurre

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Tratteremo nel paragrafo seguente le possibilità di bloccare le microplastiche presenti nell’acqua di rete, ma è giusto dedicare uno spazio anche ad un’altra possibilità che abbiamo: la riduzione dell’uso di plastica monouso nella vita di tutti i giorni.

Piccoli gesti nel nostro quotidiano che possono davvero fare una differenza notevole e che, se amplificati su scala mondiale, possono portare ad una importante riduzione della plastica prodotta, usata e immessa nell’ambiente sotto forma di rifiuto.

Studi e dossier convergono nell’evidenziare che una gran parte delle microplastiche ritrovate nei loro percorsi di ricerca siano riconducibili alle bottiglie di plastica monouso consumate ogni anno e non smaltite correttamente. Curare la propria idratazione quotidiana con l’acqua in bottiglie di plastica monouso è un’abitudine ancora molto diffusa, soprattutto in Italia.

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Decidere, però, di bere l’acqua del rubinetto della propria abitazione (o del proprio ufficio) è un’ottima abitudine da introdurre nella propria quotidianità, soprattutto sapendo che in Europa, e in particolar modo nel nostro Paese, mediamente la qualità dell’acqua di rete è ottima. Abbandonare la pratica di bere acqua in bottiglie di plastica monouso per abbracciare la buona e comoda abitudine di bere acqua del rubinetto è un passo importantissimo per il rispetto dell’ambiente.

Uguale discorso si può fare per piatti e stoviglie di plastica. Il loro riciclo è davvero difficile e complesso e spesso comporta che questo tipo di prodotti finiscano per inquinare l’ambiente nel quale viviamo. Sempre più bar e locali oggi scelgono di essere eco-friendy eliminando bicchieri di plastica e cannucce: questa buona prassi può essere introdotta facilmente anche durante un pic-nic in famiglia o una festa di compleanno, ad esempio optando per stoviglie in altri materiali come il bambù.

Altri due “prodotti di plastica” che vengono spesso ritrovati tra i rifiuti sono le classiche borse di plastica per la spesa e i flaconi del detersivo. Come abbiamo scritto, negli ultimi anni le abitudini nei nostri supermercati sono cambiate molto, sia da parte delle organizzazioni, sia da parte degli utenti.

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È vero, sempre più persone scelgono di utilizzare le proprie borse della spesa per il trasporto degli alimenti comprati, ma sono ancora troppo poche. Le borse di plastica fornite dai supermercati sono ancora usate moltissimo e il volume mondiale comporta che questi prodotti siano tra i protagonisti in negativo dell’inquinamento da plastiche monouso. Dotarsi di una borsa della spesa personale, da portare sempre con noi, è un gesto semplice, ma che può aiutarci anche per quelle spese “improvvise” che spesso finiscono nelle borse di plastica per praticità.

Per i detersivi vale lo stesso discorso: non possono essere eliminati dalla nostra quotidianità ovviamente, sono necessari e utili. Quello che possiamo fare è scegliere di rifornirci solo in quei punti in cui è possibile ricaricare il flacone vuoto. Così facendo ridurremo l’inquinamento da plastiche monouso, ma non solo: otterremo anche un risparmio economico!

Questi sono solo alcuni dei comportamenti che possiamo iniziare ad introdurre nelle nostre giornate per poter ridurre l’uso di plastica (e quindi la produzione di microplastiche). Altre abitudini importanti possono essere:

  • Scegliere il più possibile vestiti e indumenti di qualità: il costo sarà maggiore, è vero, ma in questo campo qualità è sinonimo di filiera controllata e attenta anche alle microplastiche.
  • Quando usiamo la lavatrice, meglio farne di meno e tutte a pieno carico, magari utilizzando un sacchetto per evitare che frammenti di plastica vengano rilasciati nelle acque di scarico.
  • Per spostarsi in città e fuori usare il più possibile la bicicletta, i mezzi pubblici o il car-sharing, il consumo degli pneumatici delle auto è una delle cause più importanti del volume delle microplastiche.

Come bloccare i micro-frammenti di plastica

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Come dimostrato, è molto facile e probabile che le microplastiche possano arrivare sulle nostre tavole attraverso il cibo che mangiamo e l’acqua che beviamo.
In commercio oggi troviamo dispositivi che permettono di bloccare le microplastiche attraverso la filtrazione dell’acqua di rete.

I filtri attualmente in commercio e facilmente reperibili sono molto spesso anche di facile utilizzo. Possiamo trovare filtri per rubinetto studiati appositamente per ridurre le microplastiche bloccandole direttamente nel momento in cui l’acqua esce dal rubinetto. I filtri testati in laboratori indipendenti riducono le particelle in sospensione eventualmente presenti nell’acqua di rete fino ad una dimensione di 0.1 µm. Ogni volta che vorremo, basterà quindi aprire il rubinetto della propria cucina e riempire un bicchiere con acqua dal gusto buono priva di sostanze indesiderate eventualmente presenti come le microplastiche.

Possiamo trovare la stessa tecnologia disponibile anche per caraffe. Oltre alle microplastiche, solitamente questi tipi di filtro permettono di bloccare altre sostanze non desiderate come il cloro, la sabbia e la ruggine, erbicidi e pesticidi e altri frammenti in sospensione eventualmente presenti nell’acqua di rete.

Grazie a questi tipi di dispositivi, poter bere un’acqua filtrata buona, sicura e priva di sostanze indesiderate eventualmente presenti, diventa semplice e comodo.

quante bottiglie di plastica consumi

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