Sono ancora molte le famiglie che, davanti alla possibilità di consumare acqua del rubinetto per idratarsi e dissetarsi, sollevano dubbi e perplessità sulla qualità dell’acqua di rete.
Come abbiamo visto in molti articoli del blog e indagini di mercato, la qualità dell’acqua di rete italiana è mediamente molto buona e superiore alla media europea.
Una semplice analisi visiva e olfattiva non può bastare a decretarne la qualità e, infatti, l’acqua che esce dai nostri rubinetti deve rispondere a stringenti normative europee (e italiane) che rendono obbligatori campionamenti e analisi precise. I continui controlli sono costanti e permettono di individuare, circoscrivere e correggere eventuali sostanze inquinanti.
Il controllo della rete idrica da parte dello Stato Italiano, dei Comuni o dei gestori locali avviene fino a che l’acqua non viene immessa negli impianti casalinghi.
A questo punto non si può prevedere quale sarà il livello di salute degli impianti condominiali o privati e le eventuali conseguenze che possono portare sull’acqua che li attraversa. A causa di una scarsa manutenzione di questi impianti l’acqua del rubinetto potrebbe contenere:
Tra le sostanze più conosciute e famose che vengono classificate come metalli pesanti ritroviamo l’alluminio, il cadmio, il cromo, il mercurio, il piombo e il rame.
L’elenco è molto più ampio, ma questi primi nomi sono sufficienti per spiegare un concetto: queste sostanze non sono “nuove”, non sono un “prodotto dell’uomo”, è giusto definire subito che si tratta di elementi naturali che sono presenti da millenni sul nostro Pianeta. Sono sostanze che vengono rilasciate nell’ambiente a causa di terremoti, esondazioni, eruzioni vulcaniche o altri fenomeni naturali.
La responsabilità dell’uomo comunque c’è ed è molto importante, ma non risiede nella creazione di queste sostanze, bensì nella diffusione.
Soprattutto negli ultimi due secoli, alcune attività umane come disboscamenti o trivellazioni (solo per citarne alcune) hanno avuto come conseguenza l’immissione negli ecosistemi di quantità ingenti di metalli pesanti. Questo ha provocato alterazioni degli equilibri naturali di certe zone del pianeta che abitiamo.
La risposta a questa (lecita) domanda è complessa e non può essere uguale per tutte le sostanze che compongono la lunga lista di metalli pesanti.
È bene sapere che il Ministero della Salute ha stabilito le concentrazioni massime ammesse per ciascuno di questi inquinanti. Superate queste quantità, le conseguenze dell’accumulo nel nostro corpo di certi metalli pesanti possono essere molto fastidiose e, in alcuni casi, anche molto gravi e serie.
Un paio di esempi: un’elevata esposizione al cadmio può provocare danni importanti ai tessuti ossei del nostro corpo (demineralizzazione) e interferire anche con il funzionamento dei reni. Mentre un avvelenamento da mercurio può avere conseguenze “leggere” come bronchite e tosse, ma anche disturbi più “pesanti” come shock dell’apparato circolatorio e polmonite interstiziale.
Ad ogni modo, se abbiamo dei dubbi sulla presenza di metalli pesanti nell’acqua di rete che consumiamo, il miglior modo per procedere è portare un campione dell’acqua in un centro analisi.
Decidere di consumare acqua del rubinetto ha numerosi vantaggi: è comoda perché è sempre disponibile semplicemente “girando una manopola” e non ci costringe a trasportare fastidiosi carichi dal supermercato a casa; è economica, perché a parità di acqua bevuta, l’acqua del rubinetto costa meno rispetto a quella in bottiglia di plastica monouso; è rispettosa dell’ambiente, evitando di produrre rifiuti di plastica monouso. Infine, come abbiamo visto, l’acqua del rubinetto è molto sicura perché costantemente controllata lungo tutto l’acquedotto.
Per eliminare eventuali sostanze indesiderate che abbiamo visto precedentemente, sarà sufficiente dotarsi di un filtro per rubinetto che consenta la riduzione/eliminazione istantanea di microplastiche, ruggine, cloro, pesticidi e, per l’appunto, di metalli pesanti.