Microplastiche nel cibo: miele inquinato? Ecco lo studio.

Quando si parla della problematica dello smaltimento da plastica monouso, molto spesso si prendono come esempio notizie e studi che riguardano l’inquinamento degli oceani e dei mari, come se il problema finisse solo lì.
I mari e i corsi d’acqua, però, sono solo uno dei “confini” del problema delle microplastiche e della loro diffusione: strade, boschi, campagne e città possono essere terreno per ulteriori approfondimenti su volumi di inquinamento e conseguenze possibili.

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Recentemente sono stati resi noti i risultati di un nuovo studio, eseguito dai ricercatori dell’Universidad de Almerìa, attraverso il quale si è indagato il volume di inquinamento da microplastiche nelle città e nei luoghi limitrofi.
Nello specifico, lo studio pubblicato su Science of the Total Environment, ha scelto come siti di osservazione della ricerca la città di Copenaghen, le zone periferiche immediatamente adiacenti e le campagne danesi intorno alla capitale. Protagonista del monitoraggio: le api da miele.

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Perché la scelta delle api

Gli studiosi hanno raccolto e analizzato i dati provenienti dalla vita di questi insetti perché per loro stessa natura interagiscono moltissimo con l’ambiente circostante e sono anche capaci di grandi spostamenti sul territorio.
Il lavoro costante delle api le porta in contatto non solo con i corsi d’acqua, ma anche con il terreno, con gli alberi, con i fiori e con la stessa aria che attraversano volando alla ricerca di nutrimento.

Proprio per questa loro caratteristica, gli studiosi hanno deciso di “sfruttare” le api come veri e propri bioindicatori: “Le api da miele interagiscono con l’ambiente all’interno della loro area di raccolta e portano con sé le sostanze inquinanti. (…) I nostri risultati hanno dimostrato la presenza di microplastiche attaccate al corpo delle api mellifere e aprono un nuovo percorso di ricerca per il loro utilizzo come biocampionatori attivi per l’inquinamento antropogenico” scrivono gli autori dello studio. (studio)

I risultati

risultati ricerca api microplastiche(Credit: @Science of The Total Environment)

I campioni analizzati per la ricerca sono stati prelevati dal corpo degli insetti, dagli alveari dentro ai quali vivevano e dai luoghi nei quali le api si posavano alla ricerca di cibo. I dati finali hanno evidenziato che in tutti i campioni prelevati sono state ritrovate tracce di microplastiche. Nel 52% dei casi le microplastiche ritrovate erano frammenti, mentre nel 38% dei casi erano microplastiche sotto forma di fibre.

Quali sono le zone più inquinate

Scendendo nello specifico della “divisione territoriale” dei dati raccolti, lo studio ha mostrato che la maggiore quantità di frammenti di microplastiche sono stati ritrovati nei prelievi effettuati nella zona urbana di Copenaghen, in città quindi.
Questo dato, che può sembrare scontato e che è comunque allarmante visti i volumi, non deve nascondere e spostare l’attenzione dal dato delle microplastiche ritrovate nei campionamenti delle altre zone. Infatti, volumi molto alti di microplastiche sono stati registrati anche nelle zone extraurbane e di campagna, dove si sperava di catalogare un dato di inquinamento da microplastiche più basso.
Questa diffusione ampia, spiegano i ricercatori, è da ricondurre anche e soprattutto all’azione del vento: “Il carico più elevato corrispondeva agli apiari urbani, ma un numero paragonabile di microplastiche è stato trovato negli alveari delle aree suburbane e rurali, il che può essere spiegato dalla presenza di insediamenti urbani all’interno della fascia di foraggiamento delle api operaie e dalla facile dispersione di piccole microplastiche dal vento” scrivono gli studiosi. (studio)
Poliestere, PVC e polietilene sono i materiali più frequenti tra i ritrovamenti, sia in campagna, sia in città.

Il Miele contiene microplastiche?

Non si può rispondere in modo assoluto, ma analizzando i dati raccolti e i loro volumi il problema dell’inquinamento da microplastiche assume un peso nuovo e, se possibile, ancora più preoccupante.
Non possiamo dire che tutti i mieli contengano microplastiche, ma, leggendo le parole dei ricercatori, possiamo dire che sia “facile dedurre che ci possano essere frammenti e fibre di plastica all’interno del miele. Questi frammenti, inferiori al millimetro e spesso invisibili, si attaccherebbero al corpo delle api e arriverebbero così nell’alveare. Infine, nel continuo lavorio delle api e nel loro movimento, cadrebbero all’interno del miele.” (studio)

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