Il periodo natalizio è sicuramente il momento dell’anno più vivace, vibrante e magico, ma a volte può condurre a consumi sregolati e scelte poco eco-friendly.
Grazie alla crescente coscienza collettiva sui temi ambientali, anche il Natale e le tradizioni collegate hanno visto nascere alternative più rispettose della natura e delle risorse del mondo che viviamo.
Un Natale a basso impatto ambientale è possibile, anzi auspicabile. Il tutto, ovviamente, senza che lo spirito della Festa più attesa da bambini e adulti ne risenta minimamente.
Iniziamo con il simbolo più importante: meglio un albero naturale o uno artificiale?
Si è molto dibattuto in questi anni su quale sia la risposta più corretta. Alcuni anni fa, una ricerca ripresa anche dal New York Times svelava che scegliere un albero artificale per salvaguardare l’ambiente avesse senso solo se si fosse poi riusciti a riutilizzare lo stesso albero per almeno 20 anni (difficile e molto raro a dire il vero). In caso contrario i costi ambientali di produzione e trasporto non sarebbero stati sostenibili, anzi sarebbero stati molto dannosi per l’ambiente.
L’albero è comunque un simbolo irrinunciabile per l’81% delle famiglie italiane, secondo una ricerca Coldiretti. Ecco allora i pro e i contro di entrambe le scelte:
PRO : è riutilizzabile per molti anni, è comodo da tenere in cantina o garage. Non genera alcun tipo di rifiuto.
CONTRO : la fase di produzione genera moltissima Co2, sfrutta petrolio e altre materie prime. Numerosi gli scarti e i rifiuti in fase di produzione e trasporto. Spesso non è biodegradabile. Nel caso venisse gettato tra i rifiuti, il suo smaltimento può generare ulteriori sostanze dannose per l’uomo.
PRO : è biodegradabile. I costi e le materie sfruttate in fase di produzione sono irrisorie rispetto ad un albero finto. Se acquistato a km0 (fortemente consigliata questa opzione) le emissioni sono ancora più basse. In caso di smaltimento, le emissioni sono molto più basse rispetto ad un albero artificiale. Se viene acquistato dotato di radici, può essere ripiantato (consigliata questa opzione).
CONTRO : tagliare un albero per utilizzarlo un solo mese (a volte meno) non è una “buona azione”, soprattutto se lo si fa eliminando le radici. A seconda del clima e delle temperature, una volta trasportato in casa, potrebbe rovinarsi facilmente.
L’albero di Natale diventa il posto più magico della casa anche perché al di sotto vengono posizionati i regali, facendo sì che l’attesa e la curiosità dei bambini (ma anche dei genitori!) salgano alle stelle.
Quante volte però abbiamo sentito parlare di “regali da riciclare”, di “pensierino dell’ultimo minuto”, di “regali sbagliati”? Sono tutte espressioni nate dal fatto che il consumismo indotto dal periodo natalizio (e l’annesso isterismo da ricerca-regali), spesso portano a decisioni sbagliate, confusionarie e, quindi, anche poco rispettose dell’ambiente (oltre che molto spesso più care a livello economico).
Ecco i nostri semplici consigli:
Questi erano solo alcuni consigli, ma ci sono infiniti modi per realizzare un regalo di Natale a basso impatto ambientale: comprando o rivolgendoci agli artigiani e non alla grande distribuzione; scegliendo di non donare un oggetto fisico, ma magari un momento prezioso, un’esperienza come un semplice abbonamento per il cinema o i biglietti per un concerto o un viaggio.
Organizzare e preparare piatti natalizi attraverso ricette green può sembrare un compito complesso. In realtà è molto più semplice di quel che si crede. A seguire alcuni piccoli accorgimenti.
La Tradizione vuole che spesso sia il pesce il protagonista della tavola in questa festività. Sarà bene allora fare scelte oculate anche sulla tipologia di pesce da comprare: ad esempio, evitare il tonno rosso poiché è un prodotto ittico poco sostenibile e in via di estinzione (fonte WWF), ma scegliere invece pesci azzurri italiani e crostacei dei nostri mari.
Un altro piatto tradizionale del Natale sono le lenticchie, ma ha poco senso decidere di cucinare quelle che arrivano dall’altra parte del mondo attraverso viaggi inquinanti e inutili imballaggi solo perché “porta fortuna”. Meglio scegliere produttori locali e vendite sfuse del prodotto, che eviteranno dannosi confezionamenti in plastica. Alternative? Ceci, fave e cicerchie.
Uguale misura sarebbe ideale da adottare per le carni, i cotechini e gli zamponi che sovente sono oggetto di regali. Se proprio non possiamo farne a meno, sarebbe importante riuscire ad acquistarli sempre a km0 o comunque del territorio nel quale risediamo.
A dir la verità non dovremmo quasi scriverlo, ma è giusto ricordare che anche a Natale, ma vale per tutto l’anno, è sempre meglio consumare frutta e verdura di stagione. I sapori saranno autentici, i colori naturali e anche la preparazione dei piatti sarà più semplice e coinvolgente. Anche in questo caso, scegliere prodotti a km0 ovviamente consentirà un impatto ambientale molto basso.
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