A livello mondiale il consumo di acqua in bottiglia ha subito un aumento molto importante negli ultimi dieci anni. Impennata che si innesta in un fenomeno di crescita costante che si sta verificando a partire dagli anni Ottanta. E l’Italia? Quante bottiglie di acqua consumiamo ogni anno? Com’è la qualità dell’acqua dei nostri acquedotti?
L’Italia è al primo posto in Europa per litri consumati di acqua in bottiglia: i dati del 2017 certificano che il nostro Paese guida questa particolare classifica con ben 188 litri annui consumati. Teniamo conto che la media europea è di circa il 30% in meno, con 117 litri annui consumati.
Circa 46 miliardi di bottiglie di plastica vengono consumate ogni anno in Europa, circa 8 miliardi sono quelle consumate dagli italiani.
Non scendiamo dal podio nemmeno se guardiamo la prospettiva mondiale: davanti all’Italia per consumo annuo di acqua in bottiglia, infatti, troviamo solamente Messico e Thailandia. Due paesi molto differenti dall’Italia sia da un punto di vista economico, sia da un punto di vista di possibilità di accesso all’acqua da parte della popolazione.
Leggendo questi dati, il primo logico pensiero che può venire alla mente rispetto alla nostra penisola è che l’acqua dei nostri acquedotti non sia di alta qualità o che sia poco sicura, ma è davvero così?
Come abbiamo già avuto modo di vedere in questo articolo, la spesa annuale sostenuta dalle famiglie italiane per l’acquisto di acqua in bottiglia è in media di 150 euro.
La decisione di comprare acqua in bottiglia è spesso dettata dalle abitudini del gruppo familiare: “abbiamo sempre fatto così” frequentemente è la risposta che viene data dagli intervistati sul perché acquistino una cassa di acqua in bottiglie di plastica.
Ma arriviamo quindi alla domanda che ci siamo posti ad inizio paragrafo: l’acqua dei rubinetti italiani è sicura? Assolutamente sì. È sicurissima, mediamente buona e di grande qualità. Lo dice un report dell’Agenzia Europa per l’Ambiente, classificando l’acqua italiana al quinto posto. Davanti a noi solo Austria, Irlanda, Ungheria e Svezia. L’alta manutenzione dei nostri acquedotti permette una qualità media dell’acqua elevata, da Nord a Sud. Inoltre, più dell’85% delle famiglie intervistate è molto soddisfatta del servizio idrico.
Bere acqua del rubinetto è, quindi, una scelta facilmente praticabile e del tutto sicura. Non solo per noi e la nostra famiglia, ma anche per l’ambiente che ci circonda.
Ormai, come abbiamo visto qui, la gran parte dei rifiuti che inquinano i nostri mari e oceani e che finiscono nelle nostre discariche, sono formati da plastica e una percentuale molto alta di questa plastica è data da piatti, stoviglie e da bottiglie di acqua o bibite.
Adottando un sistema di filtrazione domestico, un gruppo famiglia può arrivare a ridurre sensibilmente il suo impatto ambientale dato dall’uso e consumo di bottiglie di plastica monouso, senza in alcun modo diminuire parallelamente la qualità dell’acqua consumata.
L’acqua “a chilometro zero” è davvero una gran comodità, è sempre disponibile e ci permette anche di evitare il trasporto di grandi pesi (come possono essere appunto le casse d’acqua) dal supermercato a casa nostra.
Se dovessimo percepire un gusto sgradevole o pesante dell’acqua della rete domestica, sarà sufficiente procurarsi un dispositivo di filtrazione, come una caraffa, una bottiglia filtrante o un filtro da applicare direttamente al rubinetto. Questo perché tale sapore poco piacevole è spesso conferito dalla presenza di cloro che viene utilizzato negli acquedotti per rendere l’acqua sicura e potabile.
Un semplice filtro ridurrà il cloro e il calcare contenti nell’acqua di rete e ci fornirà acqua dal gusto sempre buono, senza cancellare i preziosi sali minerali naturalmente presenti.
Infine, come abbiamo visto, non dimentichiamo che scegliere di bere acqua del rubinetto permette un notevole risparmio economico.
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