Isole di plastica: cosa sono e cosa fare per non alimentarle

Le isole di plastica sono ampie zone dei nostri oceani in cui si sono aggregate nel corso del tempo ingenti quantità di plastica, che minacciano l’ecosistema e la salute dei nostri mari.

Isole di plastica: cosa sono?

isola-di-plastica-Laica-blog-microplastiche-2

Le isole di plastica (o Plastic Vortex) sono delle zone situate nei nostri oceani in cui si sono aggregate nel corso del tempo quantità importanti di rifiuti soprattutto di plastica, ma anche di metalli leggeri e residui organici in decomposizione, a causa dello smaltimento di rifiuti in mare e di disastri ambientali.
Le correnti oceaniche hanno incanalato la plastica incontrata sul loro cammino in zone concrete dell’oceano, che continuano ad aumentare le loro dimensioni giorno dopo giorno.

Queste cosiddette isole di spazzatura non hanno dei confini fisici precisamente definiti e possono variare sia nelle dimensioni che nella posizione.

Dal momento che la plastica viene aggregata dalle correnti che hanno un andamento circolare, questi ammassi di plastica creano dei vortici semi-permanenti. Nonostante la loro mobilità, queste isole hanno dimensioni tali da essere considerate nell’ecosistema un substrato stabile che pertanto è considerato colonizzabile da alcune specie animali.

inizia il quiz

Isole di plastica: quanto sono grandi?

Le isole di plastica sono state riportate da navigatori e pescatori ma nessuno sa di preciso che superficie occupano e quanto misurano, per questo motivo sono oggetto di osservazione e studio da parte di diverse associazioni e ONG come per esempio Project Kaisei, un’iniziativa di Ocean Voyages Institute finalizzata alla pulizia degli Oceani e allo smantellamento del Great Pacific Garbage Patch, una delle principali isole di plastica presenti oggi nei nostri Oceani.

Si tratta comunque di immense regioni: di fatto, si stima che la più grande delle isole di plastica conosciute ad oggi, la Great Pacific Garbage Patch, che si trova nell'Oceano Pacifico, tra la California e l'Arcipelago Hawaiano, abbia una superficie grande approssimativamente quanto quella dell’intero Canada.

Quante isole di plastica ci sono nel mondo?

Al momento le principali isole di plastica che sono state riconosciute sono le seguenti:

1. Sargassi Garbage Patch

Una spedizione di Greenpeace ha scoperto questa isola nel Mar dei Sargassi, che si trova nell'Oceano Atlantico a largo della Florida, tra le Antille e le Azzorre.

2. Artic Garbage Patch

Questa isola si trova nel Mare di Barents in prossimità del Circolo Polare Artico. Al momento si tratta della più piccola.

3. Indian Ocean Garbage Patch

Segnalata fin dalla fine degli anni 80, quest’isola si trova nell’Oceano Indiano.

4. South Atlantic Garbage Patch

Una delle più piccole, si trova tra l'America del Sud e l'Africa meridionale, non c’è ancora molto materiale di studio al riguardo.

ricettario sonia peronaci

 

5. North Atlantic Garbage Patch

È la seconda isola più grande per estensione e si trova nella regione oceanica nord atlantica.

6. South Pacific Garbage Patch

Scoperta al largo del Cile e del Perù, è una delle isole di plastica più grandi al mondo. Il calcolo della sua estensione è complicato e complesso, ma si stima che sia già più grande dell'Italia.

7. Great Pacific Garbage Patch

Si trova nell’oceano Pacifico, tra la California e l’Arcipelago Hawaiano. Ha più di 60 anni ed è l’isola di spazzatura più grande al mondo.

Quali conseguenze comportano le isole di plastica?

isola-di-plastica-Laica-blog-microplastiche-1

Il motivo per cui il mare aperto è generalmente meno popolato è l’assenza di cibo e rifugi per le specie marine. Le isole di plastica che si sono venute a creare a partire soprattutto dagli anni 80 hanno fornito un approdo potenzialmente colonizzabile per molte specie animali che hanno qui trovato habitat semi-permanenti in cui vivere. Quali sono le conseguenze di questi nuovi ecosistemi nei nostri mari?

  1. Minacciano la salute e uccidono gli animali marini
    Come è facilmente immaginabile, questo materiale è molto dannoso per la fauna marina, che lo ingerisce considerandolo cibo. Inoltre, gli animali possono restare incastrati all’interno di tali rifiuti senza riuscire a liberarsi.

  2. La plastica entra nella catena alimentare
    Attraverso l’ingestione di plastica da parte degli animali marini, questa entra nella catena alimentare, minacciando non solo la salute degli animali in primis ma anche, di conseguenza, la nostra.
    ebook LAICA filtrazione acqua domestica
  3. Nascono nuove specie
    Uno studio pubblicato su Nature Communications ha portato alla luce l’evidenza della formazione di “comunità neopelagiche” nella zona della Great Pacific Garbage Patch. Si tratta di specie che fino ad ora avevano sempre abitato in zone costiere e non erano mai state capaci di sopravvivere in mare aperto, ma che apparentemente si sono evolute per vivere su oggetti galleggianti.

    Secondo uno studio condotto da Ocean Voyages Institute, nel 90% dei campioni analizzati si trovava la presenza di animali e vegetali: anemoni, microrganismi marini, granchi e molluschi che hanno trovato un nuovo habitat non più nella costa ma all’interno di queste isole create dai rifiuti.

    Nella comunità scientifica restano molte domande a cui dare risposta: cosa succede se queste nuove specie venissero trasportate verso la terraferma? Rappresenterebbero una minaccia per le specie native? Potranno essere dannose per gli ecosistemi pre-esistenti?

Le isole di plastica sono continuamente oggetto di studio e con il tempo si raccoglieranno sempre più informazioni.

Cosa possiamo fare per limitare l’impatto delle isole di plastica?

isola-di-plastica-laica-blog-microplastiche

Al momento le stime del WWF indicano che ogni anno vengono rilasciati negli oceani almeno 8 milioni di tonnellate di plastica. Se non ci sarà un’inversione di rotta, entro il 2050 i rifiuti totali dispersi nell’ambiente arriveranno a circa 12 milioni di tonnellate.
Come consumatori cosa possiamo fare per minimizzare il nostro impatto sulla salute degli Oceani?

  1. Donare a ONG e associazioni che si occupano della tutela dei mari
    Le risorse di cui hanno bisogno queste realtà per operare in maniera efficace a tutela dell’ambiente sono infinite, e da parte nostra possiamo mentalizzarci a effettuare donazioni puntuali o periodiche per sostenerle. Nel 2020 Ocean Voyages Institute ha dettato un record storico di pulizia degli oceani, raccogliendo con una spedizione di 48 giorni, ben 103 tonnellate di rifiuti dall’isola di plastica nel Pacifico. Qui tutti i dettagli.

  2. Limitare al minimo il nostro consumo di plastica monouso
    La plastica usa e getta è una vera piaga per i nostri mari. Abbattiamo il consumo di bottiglie, piatti, posate di plastica, riempiamo dove possibile i nostri contenitori di plastica con prodotti da comprare sfusi, optiamo sempre che sia possibile per altri materiali, diamo alla plastica un nuovo uso domestico.

  3. Sensibilizzare gli altri sul tema
    Possiamo farci voce degli oceani per sensibilizzare le persone che abbiamo intorno rispetto all’impatto ambientale di uno stile di vita che con pochi accorgimenti potrebbe essere più sostenibile.

 

quante bottiglie di plastica consumi

 

Photo credits: Ocean Voyages Institute

Tocca a te, lascia il tuo commento!


Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal blog!