Le isole di plastica sono ampie zone dei nostri oceani in cui si sono aggregate nel corso del tempo ingenti quantità di plastica, che minacciano l’ecosistema e la salute dei nostri mari.
Le isole di plastica (o Plastic Vortex) sono delle zone situate nei nostri oceani in cui si sono aggregate nel corso del tempo quantità importanti di rifiuti soprattutto di plastica, ma anche di metalli leggeri e residui organici in decomposizione, a causa dello smaltimento di rifiuti in mare e di disastri ambientali.
Le correnti oceaniche hanno incanalato la plastica incontrata sul loro cammino in zone concrete dell’oceano, che continuano ad aumentare le loro dimensioni giorno dopo giorno.
Queste cosiddette isole di spazzatura non hanno dei confini fisici precisamente definiti e possono variare sia nelle dimensioni che nella posizione.
Dal momento che la plastica viene aggregata dalle correnti che hanno un andamento circolare, questi ammassi di plastica creano dei vortici semi-permanenti. Nonostante la loro mobilità, queste isole hanno dimensioni tali da essere considerate nell’ecosistema un substrato stabile che pertanto è considerato colonizzabile da alcune specie animali.
Le isole di plastica sono state riportate da navigatori e pescatori ma nessuno sa di preciso che superficie occupano e quanto misurano, per questo motivo sono oggetto di osservazione e studio da parte di diverse associazioni e ONG come per esempio Project Kaisei, un’iniziativa di Ocean Voyages Institute finalizzata alla pulizia degli Oceani e allo smantellamento del Great Pacific Garbage Patch, una delle principali isole di plastica presenti oggi nei nostri Oceani.
Si tratta comunque di immense regioni: di fatto, si stima che la più grande delle isole di plastica conosciute ad oggi, la Great Pacific Garbage Patch, che si trova nell'Oceano Pacifico, tra la California e l'Arcipelago Hawaiano, abbia una superficie grande approssimativamente quanto quella dell’intero Canada.
Al momento le principali isole di plastica che sono state riconosciute sono le seguenti:
Una spedizione di Greenpeace ha scoperto questa isola nel Mar dei Sargassi, che si trova nell'Oceano Atlantico a largo della Florida, tra le Antille e le Azzorre.
Questa isola si trova nel Mare di Barents in prossimità del Circolo Polare Artico. Al momento si tratta della più piccola.
Segnalata fin dalla fine degli anni 80, quest’isola si trova nell’Oceano Indiano.
Una delle più piccole, si trova tra l'America del Sud e l'Africa meridionale, non c’è ancora molto materiale di studio al riguardo.
È la seconda isola più grande per estensione e si trova nella regione oceanica nord atlantica.
Scoperta al largo del Cile e del Perù, è una delle isole di plastica più grandi al mondo. Il calcolo della sua estensione è complicato e complesso, ma si stima che sia già più grande dell'Italia.
Si trova nell’oceano Pacifico, tra la California e l’Arcipelago Hawaiano. Ha più di 60 anni ed è l’isola di spazzatura più grande al mondo.
Il motivo per cui il mare aperto è generalmente meno popolato è l’assenza di cibo e rifugi per le specie marine. Le isole di plastica che si sono venute a creare a partire soprattutto dagli anni 80 hanno fornito un approdo potenzialmente colonizzabile per molte specie animali che hanno qui trovato habitat semi-permanenti in cui vivere. Quali sono le conseguenze di questi nuovi ecosistemi nei nostri mari?
Le isole di plastica sono continuamente oggetto di studio e con il tempo si raccoglieranno sempre più informazioni.
Al momento le stime del WWF indicano che ogni anno vengono rilasciati negli oceani almeno 8 milioni di tonnellate di plastica. Se non ci sarà un’inversione di rotta, entro il 2050 i rifiuti totali dispersi nell’ambiente arriveranno a circa 12 milioni di tonnellate.
Come consumatori cosa possiamo fare per minimizzare il nostro impatto sulla salute degli Oceani?
Photo credits: Ocean Voyages Institute
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