Secondo uno studio di WWF del 2019 “Assessing plastic ingestion from nature to people”,dal 2000 al 2019 è stata prodotta in tutto il mondo una quantità di plastica pari a quella prodotta in tutto il XX secolo. La stima è che entro il 2030 la produzione possa aumentare di un 40%. Il dato più importante è che il 75% della plastica prodotta diventa rifiuto e nella maggior parte dei casi non viene nemmeno smaltito correttamente e, quindi, ritorna nell’ambiente trasformandosi in inquinamento da plastica. Se le cose andranno realmente secondo questa previsione, nell’oceano si troverà una tonnellata di plastica ogni tre tonnellate di pesce prima del 2025.
La plastica che non viene smaltita correttamente subisce un lento fenomeno di scomposizione in frammenti minuscoli che prendono il nome di microplastiche
La maggior parte delle particelle di microplastica che assumiamo viene ingerita con l’acqua: la plastica può essere eventualmente presente nell’acqua che beviamo tutti i giorni.
A seguire, secondo WWF tra gli alimenti che registrano il maggior quantitativo di micro plastiche troviamo i frutti di mare, la birra e il sale.
Secondo una ricerca di Orb Media, un sito di informazione no profit di Washington, frammenti di microplastica sono presenti nell’acqua di tutto il mondo, anche se in misura diversa.
Mappatura delle percentuali di campioni di acqua del rubinetto contenenti fibre di plastica, e media di fibre per 500 ml.
Recenti studi hanno riportato la presenza di microplastiche nell'acqua di tutto il mondo, dalla superficie fino alle falde, sotto forma di micro frammenti inferiori ai 5 millimetri. Gli scienziati hanno stimato una media di ingerimento di plastiche di circa 5 grammi ogni settimana, in quantità che sono state stimate intorno ai 2000 frammenti a settimana. Si tratta di una quantità pari a circa una carta di credito a settimana. Oltre 250 grammi all’anno.
Le domande più delicate relative a questo argomento riguardano gli effetti dell’assunzione di microplastiche sulla salute umana: come influisce l’ingestione di frammenti di plastica sullo sviluppo cellulare? Cosa può causare? Nessuno scienziato si è ancora esposto in maniera netta rispetto a questo argomento, lasciando aperti più dubbi che certezze.
Secondo Marco Lambertini, direttore internazionale del WWF:
”è chiaro a tutti che si tratta di un problema globale, che può essere risolto solo affrontando le cause alla radice. Se non vogliamo plastica nel corpo, dobbiamo fermare i milioni di tonnellate di plastica che continuano a diffondersi nella natura"
L’impegno dei governi nella lotta alla plastica usa e getta è il passo più importante e che può avere l’influenza maggiore sul nostro ecosistema. Non è comunque da sottovalutare nemmeno la differenza che ogni cittadino può fare con scelte consapevoli e oculate ogni giorno: