Laica Blog

Cosa sono i PFAS? Sai se sono presenti nell’acqua della tua casa?

Scritto da Laica | 15-apr-2025 9.00.00

La purezza dell'acqua che beviamo è molto spesso essenziale per la nostra salute. Tuttavia, questa può essere compromessa da contaminanti come i PFAS, composti chimici persistenti che suscitano preoccupazioni per la loro presenza in molti ambienti quotidiani. Con un'attenzione crescente verso la salute pubblica e la salvaguardia ambientale, è fondamentale essere informati su cosa sono i PFAS e come possono influenzare la nostra vita.

1 - Cosa sono i PFAS? La definizione

I PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, sono un gruppo di composti chimici artificiali noti per le loro proprietà resistenti a olio, grasso e acqua. La loro struttura chimica li rende estremamente persistenti nell'ambiente e difficili da eliminare una volta rilasciati. Questa persistenza ha fatto sì che guadagnassero il soprannome di "sostanze chimiche per sempre".

I PFAS sono utilizzati in un'ampia gamma di applicazioni industriali e prodotti di consumo, dalla fabbricazione di utensili antiaderenti a quella di indumenti impermeabili, implicando una diffusa esposizione umana e ambientale.

2 - Dove si trovano i PFAS? Usi diffusi e ambiti applicativi

I PFAS sono coinvolti in numerosi processi industriali grazie alla loro resistenza e alla loro capacità, sono idrorepellenti e oleorepellenti.

Ecco dove si trovano tipicamente:

  • Prodotti domestici: conferiscono proprietà antiaderenti a superfici interne di pentole, sono presenti in detergenti, lucidanti per pavimenti, vernici al lattice come emulsionanti o tensioattivi.
  • Articoli medicali: usati in impianti/protesi, teli e camici chirurgici per renderli impermeabili e resistenti alle macchie.
  • Industria metalmeccanica e mineraria: impiegati nella placcatura di metalli e nella lavorazione del petrolio.
  • Produzione tessile e di imballaggi: utilizzati per trattare tessuti, pelle, tappeti, abbigliamento, e tappezzeria per conferire resistenza a acqua, olio, e macchie.
  • Aeronautica, difesa e settore automobilistico: per componenti meccanici, sistemi di erogazione del carburante e prevenzione di infiltrazioni.
  • Elettronica ed edilizia: per le proprietà dielettriche e idrorepellenti in cavi e cablaggi, e per rivestire materiali resistenti al fuoco e agli agenti atmosferici.
  • Energia e antincendio: usati in collettori solari e in schiume ed equipaggiamenti antincendio.

Questi usi evidenziano la pervasività dei PFAS e l'importanza di monitorare la loro presenza negli ambienti quotidiani. La loro diffusione nell'ambiente avviene attraverso gli scarichi industriali e l'uso prolungato di prodotti che li contengono, portando alla loro presenza nei sistemi acquatici e nei suoli.

Una volta rilasciati, la loro stabilità chimica li porta a persistere per decenni se non secoli, contaminando acquedotti, ecosistemi e catene alimentari. Questa persistenza non solo complica gli sforzi di decontaminazione ma aumenta anche l'esposizione a lungo termine per gli esseri umani e gli animali, con potenziali impatti sulla salute e sulla biodiversità.

3 - PFAS di vecchia generazione e di nuova generazione, che differenza c’è?

I PFAS di vecchia generazione come PFOA, PFOS, PFHxS e PFNA sono noti per le loro lunghe catene di carbonio e fluoro, che li rendono idrorepellenti e oleorepellenti. Queste caratteristiche includono onnipresenza, persistenza ambientale, bioaccumulo, ridotta volatilità, alta solubilità e tossicità, che li portano a essere classificati come inquinanti organici persistenti.

Con la progressiva limitazione di questi composti, sono stati sviluppati i PFAS di nuova generazione, che includono sostanze a catena corta come PFBA e PFBS, e quelli con tecnologie innovative come GenX (HFPO-DA) e ADONA. Questi nuovi composti mantengono alcune proprietà dei PFAS tradizionali, come la persistenza, ma sono stati modificati per essere meno bioaccumulabili, pur restando mobili nell'ambiente, il che solleva nuove preoccupazioni sulla loro sicurezza.

4 - Esposizione ai PFAS, quali sono i possibili effetti per la salute?

L'esposizione ai PFAS è legata ad alcuni possibili effetti per la salute. Studi evidenziano impatti negativi sul sistema immunitario, come la riduzione della risposta anticorpale, e altri problemi quali dislipidemie, diminuzione del peso alla nascita e un maggiore rischio di tumore renale. Alcuni dati suggeriscono anche possibili collegamenti con il tumore al seno, alterazioni degli enzimi epatici, e problemi come ipertensione e pre-eclampsia in gravidanza. Inoltre, vi è un'associazione con il tumore al testicolo, patologie tiroidee e colite ulcerosa. 

Questi dati sottolineano la necessità di intensificare gli studi per una comprensione più profonda dei loro effetti sulla salute. In questo contesto, l'importanza di filtrare l'acqua che beviamo e/o usiamo per cucinare diventa cruciale come strategia diretta per ridurre l'esposizione ai PFAS, proteggendo così la nostra salute e quella delle future generazioni.

5 - Conclusioni

Concludendo, la crescente comprensione dei rischi associati ai PFAS evidenzia la necessità di approcci proattivi per monitorare e ridurre l'esposizione a queste sostanze persistenti. È essenziale un impegno continuo per ampliare la ricerca e migliorare le tecnologie di filtrazione, assicurando così acqua più sicura per tutti. La vigilanza e l'informazione sono fondamentali per proteggere la salute pubblica e preservare l'ambiente, spingendo verso una gestione più sostenibile dei PFAS nell'ambiente.