Acqua rubinetto: falsi miti da sfatare

Sfatiamo i miti e le false credenze attorno al consumo di acqua del rubinetto.
Bere acqua è una delle principali raccomandazioni per godere di buona salute, eppure il suo consumo è spesso legato a miti culturalmente radicati e per questo difficili da superare. L’obiettivo di questo articolo è sfatare i miti e le false credenze legate al consumo di acqua del rubinetto.

"Bere acqua minerale in bottiglia è più sicuro che bere acqua del rubinetto"

acqua del rubinetto falsi miti da sfatare

L’acqua potabile è considerata un diritto universale dell’uomo. Per questo, tutta l’acqua potabile adatta al consumo umano viene sottoposta a rigidi controlli: sia l’acqua in bottiglia sia l’acqua potabile del rubinetto sono dunque da considerare allo stesso modo sicure e prive di rischi per i consumatori.

Sebbene le caratteristiche dell’acqua, sia dal punto di vista chimico (durezza, pH, sali minerali) sia dal punto di vista organolettico (odore e sapore), possano cambiare, i controlli imposti dal Ministero della Salute e dall’Unione Europea sono sempre garantiti e molto rigorosi.

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"L'acqua del rubinetto non è sicura"

La sicurezza per la salute è la prima condizione di un’acqua potabile e la legge tutela la qualità dell’acqua per il consumo umano attraverso il D.Lgs. 31/2001 e il D.Lgs. 27/2002 che mettono in pratica le norme imposte dall’Unione Europea, e attraverso la direttiva 98/83/CE e la direttiva (UE) 2015/1787.

Il sesto obiettivo sostenibile del millennio dell’ONU è proprio “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”, e questo porta a un’attenzione costante e a un’importante collaborazione tra enti ambientali e sanitari. Per garantire la qualità dell’acqua viene dunque adottato un rigoroso piano di controllo dei parametri chimici e microbiologici, fin dalla falda. L’acquedotto e la rete vengono monitorati costantemente per verificare il rispetto scrupoloso di tutti quei parametri stabiliti dalla legge.

Oltre il 99% di campioni analizzati risultano conformi secondo i parametri di controllo imposti dalla legge, una percentuale più alta della media europea. Inoltre, le rare non conformità riscontrate non riguardano i parametri che rappresentano un rischio per la salute umana.

Il consumo di acqua del rubinetto va dunque pensato in assoluta tranquillità, soprattutto per curare la propria idratazione. Se tuttavia si volessero conoscere le caratteristiche dell’acqua che esce dal proprio rubinetto basta rivolgersi al proprio Comune di residenza e vedere così i parametri, che sicuramente rispetteranno gli standard imposti dalla legge.

"L'acqua del rubinetto fa venire i calcoli"

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Un’altra convinzione erronea è quella legata alla formazione di calcoli renali dovuta a un elevato residuo fisso dell’acqua, quando questa è particolarmente ricca di sali di calcio e magnesio.
È provato scientificamente che la concentrazione di calcio dell’acqua del rubinetto non causa calcoli renali

La formazione dei calcoli, infatti, deriva per lo più da una predisposizione personale: la probabilità di soffrirne cresce se ci sono altri membri in famiglia che ne soffrono. In questo caso il suggerimento è sempre quello di bere spesso, non importa se acqua del rubinetto o in bottiglia: è stato dimostrato infatti che tutte le acque potabili, anche quelle ricche di calcio, sono utili nella prevenzione dei calcoli e che un’alimentazione povera di calcio può aumentarne il rischio.
Il calcio non va temuto ma anzi è un elemento importante nella nostra dieta: non dobbiamo ridurne l’assunzione in assenza di patologie che lo richiedano.

"L'acqua del rubinetto viene trattata chimicamente"

Come già anticipato, l’acqua di rete viene sottoposta a controlli molto rigorosi per garantire la salute dei consumatori. Non vengono dunque utilizzate sostanze chimiche per trattarla, fatta eccezione per il cloro, un oligoelemento comunque presente nel nostro corpo (in particolare nei succhi gastrici) e già presente in alcuni alimenti come olive e legumi. Il suo utilizzo è importante a scopo disinfettante e la quantità consentita dalla legge è minima, del tutto ininfluente per la salute.

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“L'acqua del rubinetto è indigesta"

In media, gli acquedotti italiani erogano un’acqua con un residuo fisso tra i 50 mg/l e i 500 mg/l: un’acqua dunque mediamente leggera. Dal momento che l’acqua non richiede succhi gastrici o enzimi digestivi per essere gestita dal nostro apparato digerente, non può esistere un’acqua “poco digeribile”.

"Il sodio nell'acqua fa male"

Il sodio è imprescindibile per il nostro organismo. Moltissimi alimenti ricchi di sale di consumo molto frequente, come il prosciutto per esempio, contengono una quantità di sodio molto maggiore rispetto all’acqua del rubinetto: la quantità presente nell’acqua non rappresenta dunque nessun tipo di pericolo per la salute.

"Il cloro nell'acqua fa male"

Il cloro è presente nell’acqua per contrastare possibili contaminazioni batteriche, allo scopo di garantirne la sicurezza. Nelle quantità consentite dalla legge non rappresenta alcun pericolo per la salute.

"L'acqua che bevevano i nostri nonni era molto meglio"

L’evoluzione della scienza ha portato passi da gigante in molti ambiti, compreso quello della qualità dell’acqua del rubinetto. Ancora oggi in alcune zone del mondo la presenza di batteri e sostanze tossiche nell’acqua uccide intorno a due milioni di persone ogni anno, In Italia abbiamo il privilegio di contare con i mezzi e la conoscenza tecnica e scientifica che permettono di tenere sotto controllo tutti gli eventuali fattori di rischio che potrebbero essere presenti in un’acqua non trattata adeguatamente

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